Messa Crismale in Duomo. Scola: «Il prete, uomo dell’incontro, del servizio e della testimonianza profetica»

Giovedì 13 aprile, alle ore 9.30, l'arcivescovo presiede in Duomo la S. Messa Crismale

Giovedì 13 aprile 2017, alle ore 9:30, in Duomo presiede la S. Messa Crismale.

Ricca di riferimenti alle parole pronunciate da papa Francesco durante la visita a Milano, l’omelia dell’Arcivescovo nella Messa crismale concelebrata in Duomo col clero ambrosiano: «Nonostante limiti e debolezze non risparmiamoci: le donne e gli uomini di oggi ci attendono»

«Il nostro ministero è un dono del Signore e come ogni dono va quotidianamente invocato e custodito. Non ci sarà riforma se non a partire dal riconoscimento della precedenza del dono di Cristo attraverso la Chiesa…  Il dono che il Signore ci fa è tessuto dal popolo di Dio… Il popolo cristiano non è semplicemente il destinatario del nostro ministero, ma ne è la ragion d’essere e ci indica la modalità storica in cui tale ministero chiede di essere esercitato»: sono alcuni passaggi dell’omelia – tradizionalmente dedicata al tema del sacerdozio (in allegato il testo integrale) – che l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha pronunciato questa mattina nel corso della Messa crismale presieduta e concelebrata con il clero ambrosiano in Duomo. Si tratta dell’unica Messa in programma in tutta la Diocesi nella mattinata del Giovedì santo: vengono benedetti gli Oli e viene consacrato il Crisma, destinati alle parrocchie per essere utilizzati nell’amministrazione dei sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Unzione degli infermi.

Dopo aver richiamato il significato dell’Unzione con gli oli e le parole di Gesù nella Sinagoga di Nazaret riportate dal Vangelo, rifacendosi alle recenti Assemblee zonali col presbiterio diocesano e soprattutto alle parole pronunciate da papa Francesco durante la visita a Milano del 25 marzo («dono straordinario»), l’Arcivescovo si è concentrato sul valore del sacerdozio, soffermandosi in particolare sul dialogo che papa Francesco ha intessuto con preti, religiosi e consacrati in Cattedrale. Un dialogo «molto ricco di suggerimenti… che dovranno essere oggetto di lavoro personale e comunitario da parte nostra e accompagnare il cammino della nostra Chiesa». Scola ne ha evidenziati tre.

Il primo: «Per quanto travagliata possa essere la situazione socio-culturale in cui la Provvidenza ci ha chiamato a vivere il Vangelo e ad annunciarlo, il dono della fede e della comunione ecclesiale continua a costituire la principale nostra risorsa… Uomini e donne devono poter scoprire, incontrando il sacerdote immerso nel tessuto quotidiano delle nostre comunità e aggregazioni, il bene della cultura dell’incontro, anche in questa fase segnata da tremende violenze e paure».

Il secondo: «Francesco ha insistito sul servizio come “uno dei doni caratteristici del popolo di Dio”… Siamo, l’ho ripetuto varie volte, “presi a servizio”… Ricordiamoci, però, che non c’è servizio possibile senza obbedienza».

Il terzo, «diretto alle consacrate e ai consacrati, ma pure valido, con le debite distinzioni, per tutti gli stati di vita… La vita consacrata è la forma stabile, riconosciuta dalla Chiesa, di una consacrazione a titolo speciale che, attraverso la professione dei consigli evangelici, si fa confessio Trinitatis, signum fraternitatis e servitium caritatis in favore di tutto il popolo di Dio… La Chiesa non può prescindere da questa testimonianza profetica. Essa è punto di riferimento del celibato sacerdotale».

L’Arcivescovo ha concluso con un invito esplicito: «Nonostante i nostri limiti e le nostre debolezze non risparmiamoci: le donne e gli uomini di oggi ci attendono».

Le offerte raccolte durante la celebrazione vengono destinate a favore della Fondazione Opera Aiuto Fraterno.

dal portale chiesadimilano.it