Il Venerdì Santo, nella tradizione ambrosiana, è giorno strettamente aliturgico: non solo infatti non si celebra la Messa, ma, a differenza del rito romano, neppure viene distribuita la Comunione eucaristica, per sottolineare che l’atto celebrativo con cui si compie la memoria liturgica della morte del Signore è proprio la solenne proclamazione della sua Passione.
In questo giorno, in cui «lo Sposo è stato tolto», la Chiesa ne rivive il mistero della morte attraverso tale proclamazione. Questo solenne momento è preparato da due letture tratte dal Libro del Profeta Isaia, nelle quali è prefigurata l’immagine del Messia sofferente.
La celebrazione, introdotta dal rito della luce, ci invita quindi a meditare sulla sofferenza di Cristo. Momento centrale è la lettura del brano di vangelo che ripercorre i momenti che precedono la crocifissione e la morte del Signore. Mentre il suono della campana ne annuncia la morte, cala l’oscurità e viene eseguito lo spoglio dell’altare. Dopo un breve momento di silenzio riprende la lettura del brano di Vangelo al termine della quale il sacerdote pronuncia l’omelia. Segue l’adorazione della Croce e la Preghiera Universale