Come un tempo nei primi tre giorni di questa stessa settimana e in tutte le ferie quaresimali, al mattino del Giovedì è prevista una liturgia della parola articolata in due pericopi veterotestamentarie, il cui contenuto cristologico è evidente e fondato sul saldo principio che «tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo si compirà» (Le 18, 31).
Le due letture sono tratte rispettivamente da Daniele e dal Libro della Sapienza. La prima (Dn 13, 1-64) propone la vicenda di Susanna, che nelle stesse pitture catacombali è presentata quale immagine prefigurativa del Cristo; la seconda (Sap 2, 12 – 3, 9) delinea con singolare forza evocativa la congiura degli empi contro il Cristo.
Alla prima delle due letture si affianca, come possibile alternativa, la pericope di Dn 6, 1-29: Daniele nella fossa dei leoni. Nella prassi pastorale la presenza di questa liturgia della parola nella mattinata del Giovedì offre l’opportunità di concludere proficuamente eventuali momenti cultuali previsti nel mattino di questo giorno e incentrati sulla Liturgia delle Ore o su altre forme di preghiera comunitaria legate alla pietà popolare. I testi possono permettere anche un’omelia, che prepari e introduca alla celebrazione del Triduo.
Ordinariamente, al mattino di questo giorno si celebra in cattedrale la Messa crismale nella quale il vescovo, circondato dall’intero presbiterio diocesano, consacra il crisma e benedice gli oli dei catecumeni e degli infermi.