La Messa in Coena Domini e la Lavanda dei Piedi – che nel Rito ambrosiano non è inserita nella celebrazione eucaristica, ma la precede -, avvia i tre giorni del Triduo. Al termine della celebrazione l’Eucaristia viene riposta in un altare laterale da cui verrà riportata al Tabernacolo sull’altare maggiore, nella Veglia di Risurrezione.
Il Triduo pasquale è pertanto aperto da una solenne celebrazione vespertina di tipo vigiliare, in cui si colloca la lettura del Libro di Giona, già consuetudinaria ai tempi di Ambrogio. Tale testo, posto all’inizio del Triduo, costituisce la presentazione di quel segno prefigurativo della morte, della sepoltura e della triduana risurrezione del Signore, la cui realizzazione la Chiesa sta per rivivere. Nella liturgia eucaristica vesperale si avvia la riproposizione della Passione del Signore secondo Matteo, partendo dall’Ultima Cena coi discepoli, il cui rinnovarsi misterico nella Chiesa è presentato attraverso le parole di Paolo ai Corinzi.
La Solenne Celebrazione, presieduta da don Umberto Dell’Orto vedrà 12 comunicandi protagonisti nel rito della Lavanda dei Piedi.