31 marzo

Solenne Veglia Pasquale

Sabato 31 marzo, alle ore 20.30, la Solenne Veglia Pasquale nella Risurrezione del Signore

Si apre con il rito della benedizione e il rito della luce del fuoco la Madre di tutte le Veglie. Il sacerdote apre la celebrazione con un messaggio di speranza e portatosi all’ambone, proclama il Preconio Pasquale. Seguono poi nove letture così suddivise dal solenne annuncio della risurrezione:

Letture veterotestamentarie
Questa celebrazione, Veglia di tutte le Veglie, fin dalle più an­tiche testimonianze prevede nella Chiesa milanese una cate­chesi vigiliare, articolata in sei letture, tramite le quali viene sviluppandosi un’organica catechesi sul mistero pasquale, ra­dicato nella Pasqua d’Israele e riproposto dalla Pasqua della Chiesa.
Le prime tre letture riflettono l’antica meditazione ebraica sul­la Pasqua quale ricapitolazione della storia della salvezza: il ri­cordo del primo intervento di Dio tramite la creazione, che nel­la Pasqua si rinnova, è seguito dalla narrazione della testimo­nianza resa dal Signore ad Abramo in occasione del sacrificio d’Isacco e dal racconto della prima Pasqua d’Israele.
Un ulteriore aspetto della Pasqua, delineato dalla riflessione d’I­sraele, è al centro della quarta lettura: la Pasqua come «pas­saggio», dalla schiavitù alla libertà e dalle tenebre alla luce (l’in­tervento di Dio per la liberazione d’Israele mediante la traversa­ta del Mar Rosso è evento salvifico di cui la Chiesa ambrosiana fa espressamente memoria nella Domenica di Lazzaro). Segue la lettura del Libro del profeta Isaia, in cui sono delineati i caratteri dell’Alleanza eterna stabilita da Dio per tutti i popoli assetati, che egli chiama alle acque. Ne è diretta conseguen­za l’invito al fonte, proprio dell’ultima lettura, che introduce al­la successiva liturgia battesimale.
Alla lunga catechesi vigiliare si accompagnano, dopo l’annun­cio della Risurrezione, le tre letture neotestamentarie della li­turgia della parola.

Letture dopo l’Annuncio della Risurrezione
Le parole degli apostoli, riproposte dalla lettura degli Atti e dal­la Lettera ai Romani, si pongono quale esplicitazione dell’an­nuncio della Risurrezione, proclamato a tutti dal sacerdote “con apostolica voce”. Le parole dell’angelo alle donne sono il «lieto annuncio», con cui in questa notte la Chiesa ambrosiana porta a compimento – come anticamente avveniva a Gerusalemme – la sequela dello Sposo nella Passione, Morte e Risurrezione, rivissute at­traverso il testo di Matteo.

La funzione prosegue con la liturgia battesimale e la celebrazione dell’Eucarestia.