giovedì 28 Marzo 2024

Storia

Apparizioni della Regina della Famiglia a Ghiaie di Bonate

Il racconto tratto dal libro di Lucia Amour “Regina della Famiglia a Ghiaie di Bonate”

I fatti che qui si raccontano riguardano le presunte apparizioni della Madonna, Regina della Famiglia, alla località Ghiaie di Bonate (frazione del Comune di Bonate Sopra a dieci chilometri circa da Bergamo) nel maggio 1944.– Ne avevo sentito parlare in modo vago, così un sabato pomeriggio, dovendo accompagnare mio figlio Amedeo a Ponte S. Pietro (BG) per una partita di calcio, decisi con mia moglie di approfondire la nostra conoscenza andando nel non lontano paese di Bonate Sopra a far visita per curiosità ad una cappella, una volta in mezzo ai campi, dove la gente dice che nel 1944 la Madonna sia apparsa a una bambina di sette anni di nome Adelaide Roncalli.

Le apparizioni si sono succedute tra il 13 e il 31 maggio 1944. Tutto inizia il13 maggio 1944: la piccola veggente Adelaide si reca con la sorellina Palmina e tre amichette in un vicino campo circondato da siepi di sambuco per raccogliere fiori. Le bambine iniziano a raccogliere margherite, quando Adelaide rimane incantata nel vedere un fiore di sambuco posto sulla cima della siepe, irraggiungibile. Con lo sguardo verso l’alto scorge un puntino dorato che si avvicina sempre più alla terra ingrandendosi. Ed ecco, delinearsi al suo interno la figura della Sacra Famiglia circondata da tre cerchi di luce che la bimba definirà abbagliante, al punto da costringerla a strizzare gli occhi che, per il troppo splendore, si arrosseranno, come certificherà più tardi la dott.ssa Maggi, medico dei paesi della zona e attentissima osservatrice degli aspetti clinici mostrati da Adelaide durante le estasi.

La prima reazione della bambina di fronte al soprannaturale, a quella figura “bella e maestosa”, è di paura e così fa per scappare. Ma la bella Signora, con voce che la bimba definirà “delicata” le rivolge la parole in dialetto bergamasco: “Non scappare, che sono la Madonna” . E’ l’invito che Maria farà ad ogni famiglia del mondo, attraverso la piccola paesanella bergamasca: “State con me, sotto il mio manto, fidatevi di me!” Adelaide – lo si vede dalle tante fotografie che ci sono giunte di lei – è una bimba dal visetto rotondo, serafico, ma vivace, dagli occhietti furbi ed attenti, di famiglia contadina, semplice e robusta: a ben vedere è proprio la giusta messaggera della Madonna!

Prima di Lei la Vergine aveva scelto per suoi confidenti altri bambini (in Francia: a Pontmain nel 1871, a Beauraing nel 1932, a Banneux nel 1933), spesso pastorelli ( a La Salette nel 1846, a Fatima nel 1917), talora poveri ed ammalati (a Lourdes nel 1858, a Pellevoisin nel 1876). In effetti, pensandoci, i bambini, specie se di povera condizione sociale, sono la migliore garanzia della veridicità delle apparizioni mariane, poiché nella loro semplicità mai potrebbero inventare quei messaggi di altissimo contenuto teologico, che – pur espressi con parole semplicissime, sì da risultare chiaramente comprensibili ai piccoli uditori – la Madre del cielo dona ai suoi figli ribelli e peccatori.

Tornando nel cosiddetto campo Colleoni , in quel sabato pomeriggio, Adelaide, in estasi perché assorbita dalla bellezza del divino, si ferma all’invito della Signora , in abito bianco con lungo manto azzurro, che tiene in braccio Gesù Bambino e ha alla sua sinistra San Giuseppe; tutti e tre i personaggi sono come sospesi nell’aria. Al braccio destro, la maestosa e bella figura porta la corona del Rosario, composta di grani bianchi come a Lourdes e come a Fatima (ma la piccola veggente queste cose non le sa!). Sui piedi nudi nota due rose bianche e una finizione di perle tutte uguali legate in oro a forma di collana al vestito, attorno al collo.

Osservati questi particolari, ne rimane incantata e si accorge, ad un certo punto, che la Madonna la guarda. E’ uno sguardo purissimo e bellissimo, poiché esprime con grandissima intensità l’infinito suo amore di madre. Non stupisce, quindi, che anche la piccola Adelaide, che come tutti i bambini è attenta e sensibilissima allo sguardo delle persone, noti la bellezza incommensurabile di quello sguardo materno.

In ben nove apparizioni su tredici la Madonna si presenta ad Adelaide con il piccolo Gesù tra le braccia e al fianco San Giuseppe: Ella vuole, attraverso la sua piccola amica, consegnarci con particolare forza il messaggio della bellezza e della forza dell’unità famigliare, nonché i suggerimenti necessari per conseguirla e mantenerla.

Il primo messaggio che Maria dona ad Adelaide e al mondo è: Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa del prossimo e sincera. Prega bene e ritorna in questo posto per nove sere sempre a quest’ora. Lo dice il primo giorno e lo ribadisce il secondo come un programma di vita altissimo, pur nella sua estrema semplicità verbale, che racchiude in un certo senso il grande comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso”, poiché chi ama è buono, non mente, rispetta il vicino nel quale vede sempre il fratello amatissimo dall’unico comune Padre e sa piegare il capo di fronte ad una volontà che supera la sua, sia essa umana, sia essa – e a maggior ragione – divina.

La supremazia della preghiera fatta con il cuore, poi, diventa il sigillo di ogni azione e di ogni scelta.

Ma sarà nel terzo incontro che la Vergine affronterà con Adelaide un discorso davvero difficile: alle mamme con bambini ammalati, che avevano chiesto alla veggente di pregare la Vergine affinché guarisse i loro piccoli, Maria Santissima raccomanderà la preghiera e la penitenza, indicandole entrambe come gli strumenti necessari per ottenere dal cuore di Dio la guarigione dei loro figli, ma solo se strettamente associate al proposito di evitare certi peccati, cioè di non mettere più in atto tutti quei comportamenti contro la purezza del matrimonio e la vita nascente. Parole dure, quasi incomprensibili e persino inaccettabili, ma chiare: una lucida disamina delle cause più profonde dei mali che portano allo sfacelo di tante, troppe famiglie.

La Regina della Famiglia indica, allora, al mondo intero le quattro virtù fondamentali per fondare sante famiglie sotto il suo sguardo vigile ed amorevole:

1) la pazienza, che è la capacità di attendere i tempi dell’altro, di non giudicare l’altro, di saper usare misericordia al coniuge, perché la misericordia ha sempre la meglio sul giudizio (Gc 2,13);

2) la fedeltà senza condizioni, quale promessa fatta al Signore nel giorno delle nozze, nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non ci divida;

3) la mitezza, che opera nella vita famigliare come un cuscino che attutisce gli urti e limita i traumatismi, ponendo un argine al precipitare della coppia nei dirupi dell’ira e dell’accidia;

4) il silenzio famigliare: originalissimo insegnamento di Maria, sposa e madre, che non è rifiuto o mancanza di ascolto, ma capacità di mediare in momenti difficili servendosi di uno strumento sempre a disposizione: il non attizzare con altre parole la rabbia e la tensione già esistente, evitando di creare ulteriore tensione e di allargare il solco dell’incomprensione e del rifiuto reciproco.

Segue il messaggio della preghiera – come strumento di redenzione e di guarigione spirituale, ma anche fisica, come mezzo efficace per ottenere la salvezza dei peccatori e per la cura delle anime ammalate che non pensano alla morte (“Prega per i poveri peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio cuore!”) – che è con la penitenza (“Preghiera e penitenza”) l’altro messaggio forte delle Ghiaie.

Maria offre, nella settima apparizione, la chiave per ottenere ciò per cui Le viene chiesto di intercedere: la guarigione di molti ammalati. Costoro, infatti, ammonisce la Madonna, “secondo i loro sacrifici saranno guariti o rimarranno ammalati”. Il segreto per aprire le porte del Paradiso è riassunto sostanzialmente dalla Vergine in tre dimensioni: preghiera, cioè affidamento al Padre e ascolto, in un dialogo intimo e sincero, della sua volontà, associata alla penitenza, per allontanare da sé le tentazioni del maligno, e al sacrificio, inteso come offerta al Signore di ciò che si ha, delle gioie come delle sofferenze, che acquistano così la luce nuova della santificazione, poiché vengono accettate nell’ottica di una volontà superiore della quale l’uomo non sempre può comprendere il significato ultimo.

Suggello di queste realtà celesti sarà la pace, non la pace come la intendono gli uomini, cioè assenza di guerra, quanto “quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli”, come dirà Maria nella decima apparizione, pace universale nell’abbraccio di un unico Padre.

“Spero che tutti quelli che conosceranno la mia parola faranno ogni sforzo per meritarsi il Paradiso” precisa Maria il 29 maggio e aggiunge una frase che, se meditata con attenzione, fornisce una sorte di chiave magica per ottenere dal suo cuore e da quello del Figlio ogni grazia. Dice infatti alla bimba, nell’undicesima apparizione, la bella Signora: ”Quelli che soffriranno senza lamento, otterranno da me e dal Figlio mio qualunque cosa chiederanno”, mistica sintesi di dolore e accettazione di sofferenza e di gioia.

Oltre che per coloro che sono nel peccato e stanno morendo, diventa addirittura urgenza la preghiera di intercessione in favore delle anime di coloro che, concluso il loro cammino terreno, devono riparare, assieme al profondo pentimento, per poterla raggiungere in Paradiso. Chi potrà, allora, se non noi che ancora siamo sulla terra, compiere l’estremo e preziosissimo atto di carità nei confronti di queste anime sofferenti? Dice, infatti, Maria il 31 maggio: “Quelli che volontariamente ti faranno soffrire non verranno in Paradiso se prima non avranno riparato e non si saranno pentiti profondamente”. E’ la comunione dei Santi, fonte di insondabili grazie per i vivi e per i defunti!

Sempre nella decima apparizione, Maria Santissima rassicura una Adelaide totalmente ignara degli avvenimenti politici in corso in quei giorni con queste parole. “Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano alla sua vita. Io lo proteggerò ed egli non uscirà dal Vaticano”. Nell’ultima sera il pensiero di Maria correrà ancora al Papa e alla missione che lo attende: “Prega per il Papa e digli che faccia presto, perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo”. In effetti, già dal settimo giorno della apparizioni aveva assicurato alla piccola. “Molti si convertiranno ed io sarò riconosciuta dalla Chiesa”. Nel corso delle apparizioni, la gente si farà di giorno in giorno sempre più numerosa: dalle cento persone del terzo giorno (15/05) alle 350.000 dell’ultimo (31/05), come riportato negli scritti di Monsignor Goggi. Molti ammalati recupereranno la salute del corpo e certamente anche quella dell’anima.

Adelaide Roncalli si è spenta, colpita da un male incurabile, alle ore 3 di domenica mattina 24 agosto 2014. “Vieni, vieni” sono state le sue ultime parole. Nella dodicesima apparizione (30/05/1944) la Madonna le aveva promesso la certezza del Paradiso: “Mi rivedrai nell’ora della tua morte e avvolta nel mio manto ti porterò in cielo”. Ha vissuto una vita di nascondimento, nell’assoluto riserbo, lontana dai riflettori, in obbedienza alla Chiesa e soprattutto senza rancori per coloro che le hanno inflitto dolori e grandi dispiaceri. Nel merito della autenticità delle apparizioni a Ghiaie di Bonate, la Chiesa non ha ancora espresso un parere definitivo. . Il “Non consta che…..”, pronunciato dalla Commissione di indagine diocesana di Bergamo alla fine di un processo conclusosi con il decreto del 30 aprile del 1948, significa soltanto che non vi era ancora materia sufficiente, all’epoca, per esprimere un giudizio definitivo su quei fatti.

(Il racconto di quei giorni è liberamente tratto dal libro di Lucia Amour “Regina della Famiglia a Ghiaie di Bonate” Shalom Editrice, acquistato presso la Cappella che sorge sul luogo delle apparizioni)