sabato 20 Aprile 2024
PROSSIME CELEBRAZIONI
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ore 18:30 a Lurago

Riflessioni

Amministrare allargando lo sguardo ad ogni uomo e ai suoi bisogni

L'esempio di Giorgio La Pira, un santo che ha svolto la carica di sindaco sapendo allargare lo sguardo a tutti gli uomini e ad i loro bisogni.

Secondo me l’impegno di un amministratore locale deve essere improntato al servizio alla comunità, a maggior ragione in ambito locale, dove il rapporto delle istituzioni con la persona è più diretto, immediato. Le nostre piccole comunità dovrebbero essere gestite con più umanità al di là delle basilari regole del diritto e della pacifica convivenza. Vuol dire creare occasioni di incontro, di comunione e di dialogo che aiutino la gente a uscire dal proprio isolamento, a superare le proprie chiusure egoistiche e la propria indifferenza, dei luoghi che sappiano trasmettere il gusto del vivere insieme, dove ciascuno – anche il più povero – ha qualcosa di prezioso da dare agli altri.

Mi vengono alla mente le autorevoli ed entusiaste parole di Giorgio La Pira, un santo che è stato anche Sindaco, professore di diritto, deputato alla Costituente della nostra Repubblica, promotore instancabile di iniziative di riconciliazione e di pace. Egli ha saputo allargare lo sguardo non solo all’impegno civico, politico e cristiano ma a tutti gli uomini con i loro bisogni, senza distinzione di razza o cultura, promuovendo iniziative di pace in ogni ambito, anche a livello internazionale; prendendosi cura degli ultimi, dei poveri, degli emarginati e non solo con bei discorsi ma in modo concreto, diretto. Spiegava questa scelta in modo molto chiaro: ”Il Vangelo parla chiaro: nella scelta tra ricchi e poveri; fra potenti e deboli; fra oppressori e gli oppressi; fra licenzianti e licenziati; fra coloro che ridono e coloro che piangono; la nostra scelta non ha dubbi: siamo decisamente per i secondi. E il perché è evidente: perché dove c’è un povero calpestato, dove c’è un debole percosso, dove c’è un oppresso offeso, dove c’è uno che soffre, ivi è il Signore: e dove c’è il Signore ivi siamo noi! E fermamente.” E precisava: “È il mio dovere fondamentale questo: se c’è uno che soffre io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi con tutti gli accorgimenti che l’amore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia diminuita o lenita. Altra norma di condotta per un Sindaco in genere e per un Sindaco cristiano ispecie non c’è” E ancora: “La mia vocazione è una sola, strutturale, non rinunziabile, non modificabile: essere testimone di Cristo, per povero e infedele che io sia! Mi possono arrestare: ma non tradirò i poveri, gli indifesi, gli oppressi: non aggiungerò al disprezzo con cui sono trattati dai potenti, l’oblio o il disinteresse dei cristiani”.

La testimonianza di Giorgio La Pira a distanza di mezzo secolo è ancora attuale, queste parole hanno il potere di scuotere le coscienze. Colpisce profondamente la sorprendente sintonia tra ciò che ha detto La Pira e quanto oggi dice Papa Francesco a proposito dei poveri e cioè che proprio nel rapporto con loro si gioca la nostra credibilità di cristiani.