venerdì 19 Aprile 2024

Riflessione

Avvento: Il Verbo entra nel nostro tempo

La riflessione di don Mario all'inizio di questo tempo di Avvento ispirandosi alle parole della lettera dell'Arcivescovo Mario: «Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio».

Siamo in Avvento! In questo tempo liturgico verremo ancora presi per mano e accompagnati dalla Parola.

Nella sua lettera  il nostro vescovo ci invita a vivere il tempo con sapienza, facendo nostro l’invito che ci viene dal salmo 90: «Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio».

Così si rivolge a noi:

“I cristiani guardano bene i giorni, precari e promettenti, opachi e gravidi di speranza, così che si ravvivi lo stupore per quel giorno benedetto che li illumina tutti. Saremo capaci di considerare la storia, i suoi sussulti di sapienza e le sue deludenti insipienze, così che ancora ci sorprenda e ci rallegri il giorno santo di Gesù, luce e riposo per tutti gli altri giorni, capace di offrire pace?”

Queste poi le parole del Vangelo di Marco che ascolteremo in questa prima Domenica:

In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.

Con questa luce, vogliamo abitare questo tempo: custodire nel cuore la certezza della sua presenza di Figlio dell’uomo, che ben conosce il nostro patire. Per questo non ci facciamo padroni del nostro tempo. Accogliamo piuttosto questo passo del Siracide (Sir 11,18-28) sull’uso saggio del tempo:

C’è  chi  diventa  ricco  perché  sempre  attento  a risparmiare, ed ecco la parte della sua ricompensa: mentre dice: «Ho trovato riposo, ora mi ciberò dei miei beni», non sa quanto tempo ancora trascorrerà: lascerà tutto ad altri e morirà. Persevera nel tuo impegno e dedicati a esso, invecchia compiendo il tuo lavoro. Non ammirare le opere del peccatore, confida nel Signore e sii costante nella tua fatica, perché è facile agli occhi del Signore arricchire un povero all’improvviso. La benedizione del Signore è la ricompensa del giusto; all’improvviso fiorirà la sua speranza. Non dire: «Di che cosa ho bisogno e di quali beni disporrò d’ora innanzi?». Non dire: «Ho quanto mi occorre; che cosa potrà ormai capitarmi di male?». Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura e nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità. È facile per il Signore nel giorno della morte rendere all’uomo secondo la sua condotta. L’infelicità di un’ora fa dimenticare il benessere; alla morte di un uomo si rivelano le sue opere. Prima della fine non chiamare nessuno beato; un uomo sarà conosciuto nei suoi figli.