Giovedì prossimo,11 febbraio, celebreremo la festa della nostra Comunità pastorale che porta il titolo di “MADONNA DI LOURDES”.
Giungo a pensare che la nostra comunità è chiamata ad essere caratterizzata da una particolare affezione e cura per chi è attraversato dalla malattia e dalla prova fisica e psichica. Siamo chiamati ad invocare Maria come colei che si china a lenire le malattie e le debolezze fisiche e spirituali dell’umanità intera. Proprio a partire da questo tempo della pandemia, ci sentiamo chiamati a vestire l’abito della vicinanza e della cura. Riporto un passaggio molto incisivo del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale del malato che è collocata proprio “Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli (Mt 23,8). La relazione di fiducia alla base della cura dei malati”.
“L’esperienza della malattia ci fa sentire la nostra vulnerabilità e, nel contempo, il bisogno innato dell’altro. La condizione di creaturalità diventa ancora più nitida e sperimentiamo in maniera evidente la nostra dipendenza da Dio. Quando siamo malati, infatti, l’incertezza, il timore, a volte lo sgomento pervadono la mente e il cuore; ci troviamo in una situazione di impotenza, perché la nostra salute non dipende dalle nostre capacità o dal nostro “affannarci” (cfr Mt 6,27).
La malattia impone una domanda di senso, che nella fede si rivolge a Dio: una domanda che cerca un nuovo significato e una nuova direzione all’esistenza, e che a volte può non trovare subito una risposta. Gli stessi amici e parenti non sempre sono in grado di aiutarci in questa faticosa ricerca…
La vicinanza, infatti, è un balsamo prezioso, che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia. In quanto cristiani, viviamo la prossimità come espressione dell’amore di Gesù Cristo, il buon Samaritano, che con compassione si è fatto vicino ad ogni essere umano, ferito dal peccato. Uniti a Lui per l’azione dello Spirito Santo, siamo chiamati ad essere misericordiosi come il Padre e ad amare, in particolare, i fratelli malati, deboli e sofferenti (cfr Gv 13,34-35). E viviamo questa vicinanza, oltre che personalmente, in forma comunitaria: infatti l’amore fraterno in Cristo genera una comunità capace di guarigione, che non abbandona nessuno, che include e accoglie soprattutto i più fragili.”
Sono convinto che il nostro modo di far Festa debba essere quello che scaturisce dall’Eucarestia e dalla adorazione silenziosa per inventare gesti di prossimità e di cura reciproca. Invochiamo per questo, Maria, nostra tenera Madre.