Riflessione

La sapienza del perdono

L'intervento di don Mario per l'ultima domenica dopo l'Epifania ci introduce alla Quaresima ormai alle porte.

Questa è la Domenica che ci prepara alla Quaresima, tempo per un cammino di rinnovamento festoso alla vita pasquale. Infatti viene denominata del ‘perdono’.

Ascoltiamo il Vangelo di Luca che ci narra di due uomini che salgono al Tempio per la preghiera. Al termine di questa preghiera solo il pubblicano torna a casa ‘giustificato’. Infatti nella sua implorazione a Dio riconosce umilmente il suo essere peccatore: poche parole e un gesto molto semplice ma vero.

Queste le parole: “O Dio, abbi pietà di me che sono peccatore.”

Questo è il gesto: “ … si batteva il petto, non osando neppure alzare gli occhi al cielo”.

Quando ci si batte il petto è come se il cuore venisse percosso e le parole vengono pronunciato con tremolio, quasi spezzate loro stesse. Non c’è spazio per tante parole, perché non sono neppure necessarie. Ciò che è necessario che le parole escano da un cuore veramente pentito: è segno che dentro di noi c’è unitarietà di vita. Quante volte percepiamo che le parole sono lontane dal cuore: questa distanza tra parole e vita sono veramente una grande sofferenza per noi stessi e per gli altri. Questa distanza la si vede bene quando ci arroghiamo il diritto di giudicare gli altri, come ha fatto il fariseo. Le distanze più grandi sono quelle con le persone più vicine. E’ un vero dolore!

Cominciare  a preparare la Quaresima avvertendo dentro di noi il bisogno del perdono, grazia capace di ‘riavvicinarci’ con un cuore veramente contrito.

Per questo accogliamo con fiducia la Lettera del nostro Vescovo Mario, che approfondiremo Domenica prossima con un incontro speciale. Ecco per ora qualche passaggio:

“Nell’anno 2021 vorremmo che la celebrazione della Pasqua non fosse solo una replica di abitudini acquisite: chiediamo la grazia non solo di celebrare di nuovo la Pasqua, ma piuttosto di celebrare una Pasqua nuova. […] Questo è il momento opportuno per domandarsi perché l’inerzia vinca sulla libertà, perché il buon proposito si riveli inefficace, perché la parola che chiama a conversione […] possa essere recepita come un argomento per criticare qualcun altro. Per offrire un contributo e per incoraggiare una riflessione comunitaria, in questa Quaresima propongo di svolgere il tema della “correzione” […] e di affrontare in ogni comunità il tema dei percorsi penitenziali e delle forme della confessione per una verifica della consuetudine in atto, un confronto critico con le indicazioni del rito e le diverse modalità celebrative indicate. […] Invito ogni comunità a curare le celebrazioni. […] Sarebbe bello che tutto l’ambiente circostante si rendesse conto che i cristiani stanno celebrando la Pasqua, la festa che dà origine a tutte le feste.”.