sabato 20 Aprile 2024
PROSSIME CELEBRAZIONI
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Riflessione

La Sapienza della correzione

La riflessione di don Mario per la prima domenica di Quaresima ha come tema la correzione che aiuta a liberarci e ad essere liberi

Oggi iniziamo il nostro itinerario quaresimale, mentre ancora siamo immersi nella pandemia che non ci offre ancora sicurezza. Anzi..

Nella sua Lettera per la Quaresima il vescovo Mario ci invita a non restare inerti, ma ad assumere un atteggiamento spirituale che ci permette di ‘crescere’ come figli e fratelli. Per questo ci invita a far buon uso di questo tempo ricorrendo a quel dono di grazia che si chiama ‘correzione fraterna’. Qui riporto la sua riflessione:

“La tribolazione che stiamo vivendo in questa pandemia ha costretto alcuni a lunghe solitudini, altri a convivenze forzate. Molti forse hanno sperimentato quell’emergenza spirituale che inaridisce gli animi e logora la buona volontà e rende meno disponibili ad accogliere la correzione e le proposte di nuovi inizi.
Questo è il momento opportuno per domandarsi perché l’inerzia vinca sulla libertà, perché il buon proposito si riveli inefficace, perché la parola che chiama a conversione invece che convincere a un percorso di santità possa essere recepita come un argomento per criticare qualcun altro.

Dio corregge il suo popolo.


La correzione è anzitutto espressione della relazione educativa che Dio ha espresso nei confronti del suo popolo. Come una madre, come un padre amorevole «a Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano […]. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. […] Il mio popolo è duro a convertirsi» (Os 11,3ss); «Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te» (Dt 8,5).
La metafora deve essere naturalmente interpretata alla luce della rivelazione cristiana. Non sembra pertinente, infatti, interpretare le tribolazioni della vita e le disgrazie come puntuali interventi di un Dio governatore dell’universo, intenzionato a punire il popolo ribelle per correggerlo. Dio, invece, corregge il suo popolo cercandolo e parlandogli in ogni momento di tribolazione e in ogni luogo di smarrimento. Lo richiama con una misericordia sempre più ostinata della stessa nostra ostinazione nella mediocrità del peccato. Lo trae a sé con vincoli d’amore ogni volta che, intontito in una sazietà spensierata o incupito in disgrazie deprimenti, chiude l’orecchio alla sua voce. Lo libera dall’asservimento agli idoli, dalla schiavitù del peccato.
La correzione di Dio è il dono dello Spirito, frutto della Pasqua di Gesù, lo Spirito che a tutti ricorda Gesù, speranza affidabile, cammino praticabile. La predicazione apostolica chiama a questa conversione: «All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?”» (At 2,37).”

Possiamo dire che in questa prima Domenica, stando alla pagina del vangelo, Gesù ‘corregge’ addirittura il tentatore attraverso la Parola: la correzione ci aiuta a liberarci dalle menzogne che non ci fanno essere liberi interiormente.