Che Pasqua sarebbe se non cantassimo l’allelluia e se non ci facessimo annunciatori di una notizia sconvolgente, quella di una salvezza ritrovata!? Lo sappiamo che questo sarà possibile solo accogliendo la promessa del Risorto:
«… sarete rivestiti di potenza dall’alto» (Lc 24,49)
“Il tempo pasquale è gioiosa attesa di colui che il Padre ha promesso: «Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (At 1,8). Alleluia! Alleluia! Alleluia! C’è un’esultanza nel canto dell’alleluia pasquale che ha un’intensità unica. Le espressioni “trattenute” del nostro giubilo sembrano quasi una costrizione della gioia nell’angustia di un adempimento. La storia della musica e del canto liturgico propongono tante interpretazioni dell’alleluia e le nostre corali nei giorni di Pasqua sanno far vibrare non solo le vetrate ma anche i cuori dei presenti. È la gioia che viene da Dio: alleluia! La morte è stata vinta, Gesù è risorto! Alleluia! Viviamo di una vita che non finisce, la vita di Dio! Alleluia! La morte in croce di Gesù ha rivelato il compimento dell’amore e la potenza di Dio che ha irradiato la sua gloria per riempire tutta la terra! Alleluia! Con il battesimo siamo introdotti nel popolo santo di Dio! Alleluia! La vita nuova che ci è donata è principio del popolo nuovo, Chiesa dalle genti, che percorre la terra per annunciare la speranza: Alleluia! I nostri peccati sono stati perdonati! Alleluia! L’amore che viene da Dio ci rende fratelli e sorelle con legami d’amore che ci rendono un cuore solo e un’anima sola: Alleluia!
Sarebbe bello che tutto l’ambiente circostante si rendesse conto che i cristiani stanno celebrando la Pasqua, la festa che dà origine a tutte le feste, non solo per n solenne concerto di campane, ma soprattutto con un irradiarsi della gioia, della carità, delle parole di speranza.” (Mario Delpini, Arcivescovo di Milano)