Riflessione

La sapienza della fede

La riflessione di don Mario per la terza domenica dopo Pasqua.

E’ molto bello il cammino pasquale che la nostra liturgia ci sta facendo fare e penso che non vada proprio perso. Nel vangelo di domenica scorsa abbiamo ascoltato la richiesta di Tommaso a Gesù Risorto di poter mettere la mano sui segni e sulle ferite della Passione. E il Risorto glielo fa fare, come a dire che non bisogna aver paura di ‘mettere mano’ sull’amore di Dio: esso è più potente di ogni paura e sfiducia. In questa III Domenica è Gesù stesso che prende parola e dice ai suoi:

“Non sia turbato il vostro cuore: abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.” (Gv 14,1)

Lascio la parola a questo scritto molto lucido e chiaro di un noto teologo protestante:

“Nel nostro tempo si è in cerca delle cose divine, si procede a tentoni e ci si interroga impauriti su di esse. Sul nostro tempo è scesa quella grande solitudine che è presente soltanto dove domina l’abbandono di Dio. In mezzo alle grandi città, nell’enorme furibondo andirivieni di infinite masse di uomini ha fatto irruzione la grande tribolazione della solitudine e della mancanza di radici. Cresce però la nostalgia del ritorno di un tempo in cui Dio abita tra gli uomini, dove Dio si lascia trovare. Una sete di contatto con le cose divine è scesa sugli uomini, una sete bruciante che vuole essere acquietata.

Non avete affatto bisogno così tanto di cercare, di domandare, di evocare spiriti misteriosi, io sono qui; il che significa che Gesù non promette soltanto la sua venuta, non prescrive soltanto la via sulla quale lo si può raggiungere, ma dice assai semplicemente: io sono qui; che lo vediamo o meno, che lo sentiamo o meno, che lo vogliamo o meno, questo è del tutto indifferente di fronte al fatto che Gesù è qui da noi, che egli è dappertutto dove noi siamo e che a questo riguardo non possiamo farci niente.                                                     

BONHOEFFER, Voglio vivere questi giorni con voi.