Il 4 ottobre ricorre il quinto anniversario della morte di padre Giovanni Scalabrini.
Lo ricorderemo celebrando una S.Messa in suo suffragio domenica 3 ottobre alle ore 18.30 presso la chiesa di Limido.
«Per tutti noi sarebbe molto più accettabile camminare dietro Gesù; che fosse Lui davanti e annunziasse e si facesse conoscere da tutta l’Umanità. Ma Lui ha detto di no. Lui ha preferito un altro modo. Ha fatto quello che ogni madre fa con un bambino quando l’ha cresciuto e messo in piedi: “Adesso impara a camminare, adesso impara ad essere te stesso”».
Queste parole, pronunciate da padre Giovanni durante una delle sue ultime omelie, descrivono efficacemente la sua vita, il suo cammino di fede che, da Limido, lo ha portato lontano.
Era il 1964 quando padre Giovanni, che da lì a poco sarebbe diventato per tutti “padre John”, arrivò in Uganda, all’età di 30 anni. Ci arrivò da solo, “con i suoi dubbi e le sue incertezze”, come disse lui stesso, ma certamente pieno di speranza, dono del suo incontro personale con Gesù.
La giornalista Marina Corradi, poche settimane fa, ha scritto di lui: «Era un lombardo, nel senso manzoniano del termine. E, fatto non indifferente, formato nei Comboniani. Un uomo estremamente concreto, fattivo, audace nell’affrontare ogni ostacolo».
Appena giunto nel Nord Uganda costruì un mulino che permise alla popolazione locale di iniziare a produrre l’olio di semi di girasole: questo è stato il primo di molti semi piantati da padre John; semi da cui – grazie ad una vita spesa al servizio degli ultimi – è germogliato un giardino meraviglioso… che continua a dare frutto!
La Bishop Cipriano Kihangire, scuola fondata da padre John a Kampala, è oggi una delle migliori d’Uganda e accoglie più di 4.000 studenti, dall’asilo al liceo, che ogni giorno costruiscono il proprio futuro e quello della loro comunità. Rispondendo ai bisogni della comunità sono nati anche un ospedale, un ostello e diverse officine.
Queste opere volute da padre Giovanni hanno il loro valore più importante nelle persone: dare la possibilità ai giovani di studiare, di vivere una vita serena, di imparare un mestiere e di costruirsi il proprio futuro, un futuro di cui andare fieri, è la sua opera più grande.
Così, durante la pandemia, i medici dell’ospedale Benedict Medical Centre hanno lavorato notte e giorno per poter assistere i malati, gli operai della sartoria hanno prodotto mascherine distribuite gratuitamente agli studenti e alle persone più bisognose delle baraccopoli, gli insegnanti della scuola si sono ingegnati per continuare ad educare i propri studenti. Questi sono solo alcuni esempi di uno spirito di carità che padre John ha trasmesso e che continua ad essere presente e vivo.
Durante un’intervista padre John ha detto di sé: «Penso di essere un pover’uomo pieno di difetti che cerca di fare qualcosa di buono nella vita e mi sforzo di fare la volontà di Dio per quanto è possibile». Siamo certi che le decine di migliaia di ragazzi e bambini, strappati da un futuro incerto e dalla strada, possano confermare che quella volontà, padre John, l’ha certamente rispettata. Se desideri scoprire come prosegue l’opera di padre Giovanni, visita il sito www.italiauganda.org