mercoledì 24 Aprile 2024
PROSSIME CELEBRAZIONI
ore 20:30 a Lurago

Riflessione

Siamo in festa per le nostre Famiglie!

Il messaggio di don Claudio in occasione della Festa della Famiglia

Oggi pensa alla tua famiglia!  Al tuo papà e alla tua mamma che ti hanno dato la vita! Ai tuoi fratelli e sorelle che hanno rallegrato la tua infanzia! Ai tuoi nonni e a tutte le persone che il Signore ti ha messo accanto.

Come la famiglia di Gesù anche le nostre famiglie nella vita hanno attraversato fatiche e dolori insieme però a gioie e a momenti meravigliosi.

Oggi di tutto vogliamo ringraziare il Signore!

Soprattutto di ogni giorno, del quotidiano che viviamo nelle nostre case.

Per questo facciamo festa per le nostre famiglie!

Vi faccio un augurio: di mettere in pratica quello che ci suggerisce papa Francesco! Ci suggerisce di vivere nel quotidiano queste tre parole…

La prima parola èpermesso?’. Quando ci preoccupiamo di chiedere gentilmente anche quello che magari pensiamo di poter pretendere, noi poniamo un vero presidio per lo spirito della convivenza matrimoniale e famigliare. Entrare nella vita dell’altro, anche quando fa parte della nostra vita, chiede la delicatezza di un atteggiamento non invasivo, che rinnova la fiducia e il rispetto. La confidenza, insomma, non autorizza a dare tutto per scontato.

Ma anche il Signore chiede il permesso per entrare nella nostra vita ! Non dimentichiamolo”.

Prima di fare una cosa in famiglia: ‘Permesso, posso farlo? Ti piace che io faccia così?’. Quel linguaggio proprio educato ma pieno d’amore. E questo fa tanto bene alle famiglie”.

La seconda parola ègrazie. Certe volte viene da pensare che stiamo diventando una civiltà delle cattive maniere e delle cattive parole, come se fossero un segno di emancipazione. Le sentiamo dire tante volte anche pubblicamente. La gentilezza e la capacità di ringraziare vengono viste come un segno di debolezza, a volte suscitano addirittura diffidenza. Questa tendenza va contrastata nel grembo stesso della famiglia. Dobbiamo diventare intransigenti sull’educazione alla gratitudine, alla riconoscenza: la dignità della persona e la giustizia sociale passano entrambe di qui. Se la vita famigliare trascura questo stile, anche la vita sociale lo perderà. La gratitudine, poi, per un credente, è nel cuore stesso della fede: un cristiano che non sa ringraziare è uno che ha dimenticato la lingua di Dio. Sentite bene: un cristiano che non sa ringraziare è uno che ha dimenticato la lingua di Dio.

 “Una volta ho sentito di una persona anziana, molto saggia, molto buona, semplice, ma con quella saggezza della pietà, della vita … La gratitudine è una pianta che cresce soltanto nella terra delle anime nobili. Quella nobiltà dell’anima, quella grazia di Dio nell’anima ci spinge a dire: ‘Grazie alla gratitudine’. È il fiore di un’anima nobile. È una bella cosa questa”.

La terza parola èscusa’. Parola difficile, certo, eppure così necessaria. Quando manca, piccole crepe si allargano – anche senza volerlo – fino a diventare fossati profondi. Non per nulla nella preghiera insegnata da Gesù, il “Padre nostro”, che riassume tutte le domande essenziali per la nostra vita, troviamo questa espressione: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori»

Riconoscere di aver mancato, ed essere desiderosi di restituire ciò che si è tolto – rispetto, sincerità, amore – rende degni del perdono. E così si ferma l’infezione. Se non siamo capaci di scusarci, vuol dire che neppure siamo capaci di perdonare. Nella casa dove non ci si chiede scusa incomincia a mancare l’aria, le acque diventano stagnanti. T

ante ferite degli affetti, tante lacerazioni nelle famiglie incominciano con la perdita di questa parola preziosa: “Scusami”. Nella vita matrimoniale si litiga tante volte… anche ‘volano i piatti’ eh!, ma vi do un consiglio: mai finire la giornata senza fare la pace”.

Mai finire la giornata senza fare la pace in famiglia

“Sentite bene: avete litigato moglie e marito? Figli con i genitori? Avete litigato forte? Ma non sta bene. Ma non è il problema: il problema è che questo sentimento sia presente il giorno dopo. Per questo se avete litigato mai finire la giornata senza fare la pace in famiglia. E come devo fare la pace? Mettermi in ginocchio? No! Soltanto un piccolo gesto, una cosina così. E l’armonia familiare torna, eh! Basta una carezza! Senza parole. Ma mai finire la giornata in famiglia senza fare la pace. Capito questo? Non è facile, eh! Ma si deve fare. E con questo la vita sarà più bella”.

Auguri a tutte le nostre Famiglia!

Link documenti e allegati
don Claudio Robbiati

don Claudio Robbiati