In occasione della festa patronale di Lurago Marinone, il nostro Decano, mons. Erminio Villa, ha presieduto la tradizionale processione con l’urna di San Valentino martire rivolgendoci questa riflessione che merita di essere nuovamente meditata. Per tutte le nostre parrocchie…
«Vi dico tutta la mia ammirazione perché erano anni che non vedevo una processione del genere; si sente che siete ancora un paese, una comunità che ci tiene alla tradizione ma occorre domandarsi: che cos’è la tradizione? La tradizione è la consegna della Fede; le belle riflessioni preparate stasera sono per una processione che fa perdere la faccia e vi ringrazio perché oggi ci avete messo la faccia. Avete dichiarato in pubblico: noi siamo discepoli di Gesù; questo è il contenuto, la forma invece, può cambiare. Certo, finché ce la farete a tener viva questa tradizione, fatelo… mancherebbe altro. Ma se questa fosse l’unica manifestazione della vostra fede, fino adesso vi ho detto che è bella, ora però aggiungo che è poca! Perché la Fede non è un’una tantum (una volta ogni tanto), se c’è, c’è sempre. Esattamente come l’amore: due sposi non si vogliono bene solo il giorno delle nozze ma a partire da quel giorno l’uno vuole il bene dell’altro e insieme vogliono il bene dei figli. Guardate che essere cristiani non è mai stato facile e oggi lo è meno ancora di una volta. Quando gli anziani come me erano giovani, immagino che tutto il paese si muovesse in queste occasioni. Oggi si è mossa tanta gente ma non tutta. Essere cristiani, cioè amici e imitatori di san Valentino, vuol dire “non vivere per se stessi”.
Ho salutato il Sindaco, ho visto una rappresentante della Provincia, immagino che in mezzo a voi ci sia non solo qualche catechista ma anche qualche insegnante e allora mi son detto: auguriamo a questa comunità una politica per il bene comune, auguriamo a questa comunità una sfida educativa dei ragazzi e dei giovani a valori veri, non allo spirito del mondo che li usa e li getta, li illude e li delude.
Noi siamo qui a dire: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, non porta frutto”. Se finita questa festa ciascuno tornerà a fare i suoi interessi, il paese non crescerà e la comunità cristiana non si rinnoverà. Avete una bella sfida davanti!
Io son venuto anche per esprimere non solo amicizia ma pure solidarietà ai preti della vostra comunità pastorale che sono stati turbati (e me l’hanno detto subito) del fatto sacrilego nella vostra chiesa. Vi dico che questo deve motivare ancora di più l’attaccamento all’Eucaristia; non facciamocela svilire e adoperiamoci perché da quel Pane santo ne usciamo nutriti, rinvigoriti e rafforzati nel dare la vita, ciascuno nell’ambito in cui opera: chi è genitore darà la vita per la famiglia, chi è impegnato nel sociale sarà per i cittadini, chi è impegnato sul lavoro darà la vita per la fabbrica. Com’è necessario che i credenti siano “luce e sale”: se una luce non illumina non serve a niente e se il sale non dà sapore, si butta via.
Ecco, siate luce e siate sale… sono due auguri evangelici, li ho presi in prestito da Gesù, è Lui che diceva: “Vi mando come luce nel mondo, siate il sale della terra”. La benedizione per intercessione di san Valentino vuole ottenere a voi queste grazie».
Vogliamo essere luce e sale si o no?