Liturgia

Messale Ambrosiano, uno strumento che onora la tradizione

Pubblichiamo il decreto di promulgazione della II edizione, che entrerà in vigore domenica 17 novembre. L’Arcivescovo invita «tutti, soprattutto coloro che devono abitualmente utilizzare il Messale, a disporsi in umile docilità, perché lo Spirito aiuti la preghiera personale e di tutta la comunità» e a «curare le condizioni delle celebrazioni»

A tutti i fratelli e le sorelle di Rito ambrosiano

Trascorsi quasi cinquant’anni dalla promulgazione del Messale Ambrosiano, riformato a norma dei decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II, come «atto di fedeltà e di amore alla Chiesa ambrosiana» e insieme «atto di dovere di obbedienza alle direttive del Concilio» (cf. decreto di promulgazione in data 11 aprile 1976) si rende necessario un aggiornamento del testo che, in comunione con le altre comunità di Rito latino, giunte alla III edizione del Messale Romano, prende la forma di una II edizione del Messale Ambrosiano.

L’umiltà di uno strumento

Offriamo uno strumento, con la serietà di un decreto e la solennità di una tradizione secolare, ma pur sempre uno strumento.

Il Messale Ambrosiano ha una tradizione gloriosa e il suo aspetto monumentale, l’impegno che ha richiesto da parte della Congregazione del Rito Ambrosiano, le risorse richieste all’Arcidiocesi di Milano e alle comunità intendono onorare la tradizione e continuare la storia di santità che dà alla nostra Chiesa il suo volto caratteristico.

Lo offro però con l’umiltà di uno strumento: deve infatti servire.

Il Messale deve servire per la celebrazione liturgica: lo Spirito Santo dona a tutte le comunità e a ciascuna persona di entrare nel mistero della Pasqua di Gesù per accogliere la grazia della divinizzazione, cioè della partecipazione alla vita del Figlio unigenito di Dio, il Signore Nostro Gesù Cristo.

Perché il Messale possa servire allo scopo per cui è stato offerto alla comunità deve essere accolto con la persuasione che noi non siamo capaci di pregare, ma siamo introdotti nella familiarità con Dio per il dono dello Spirito di Gesù:

«Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: “Abbà! Padre!”» (Rm 8, 14-15).

«Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio» (Rm 8, 26-27).

Invito tutti, soprattutto coloro che devono abitualmente utilizzare il Messale, a disporsi in umile docilità, perché lo Spirito aiuti la preghiera personale e di tutta la comunità. Noi infatti non siamo capaci di pregare, anche se preghiamo e celebriamo tutti i giorni da molti anni: e abbiamo un grande bisogno di pregare, di celebrare, di essere accolti e avvolti dalla gloria di Dio.

Il mondo è troppo triste e disperato e coloro che partecipano alla celebrazione dei santi misteri hanno la responsabilità di offrire e testimoniare la gioia e la speranza.

La II edizione del Messale Ambrosiano

Le indicazioni di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco, la traduzione in lingua italiana della Bibbia che la Conferenza Episcopale Italiana ha pubblicato nel 2008, la nuova edizione del Messale Romano pubblicata nel 2020, sono stati i punti di riferimento per la nuova edizione del Messale Ambrosiano, che ora pubblichiamo.

L’impresa ha richiesto un lavoro prolungato e paziente di cui sono molto grato alla Congregazione del Rito Ambrosiano. Non sono mancate discussioni e aspettative di un profondo ripensamento del libro liturgico, del linguaggio, dell’impostazione grafica. Ho scelto una via più modesta e, ritengo, più realistica e saggia, consapevole dei miei limiti e convinto che per la bellezza ed efficacia delle celebrazioni sia più necessaria la docilità allo Spirito che radicali trasformazioni del testo e dei segni. Ho pertanto deciso, accogliendo saggi consigli, di orientare il lavoro verso la recezione della nuova traduzione del Messale Romano per l’Ordinario, di disporre la necessaria opera di armonizzazione del Messale con il Calendario Ambrosiano e il Lezionario Ambrosiano promulgati dal Card. Dionigi Tettamanzi il 20 marzo 2008 (con successiva promulgazione del Calendario Ambrosiano concernente i santi in data 27 marzo 2010 e del corrispettivo Lezionario in data 1 aprile 2010; del Libro delle Vigilie in data 29 giugno 2015), di curare che i testi dell’eucologia fossero conservati nella loro straordinaria ricchezza, ma resi più comprensibili con la correzione di alcune espressioni, di arricchire ulteriormente i testi disponibili con la creazione di nuovi testi, adatti a diverse circostanze della vita e intenzioni delle comunità.

Queste le principali novità che caratterizzano la II edizione del Messale Ambrosiano:

  1. a) Recependo la nuova scansione dell’Anno Liturgico, il Tempo Ordinario, che comprendeva 32 domeniche, è stato completamente riorganizzato nei due Tempi dopo l’Epifania (dall’Epifania alla Quaresima) e dopo Pentecoste (dalla Pentecoste all’Avvento).
  2. b) Recependo la nuova organizzazione del Calendario (comune ambrosiano; proprio ambrosiano dell’Arcidiocesi di Milano; proprio ambrosiano della città di Milano), la II edizione del Messale Ambrosiano rinnova e aggiorna il proprio dei santi.
  3. c) Recependo i cambiamenti intervenuti nel Rito della Messa a partire dall’Avvento 2020, aggiorna l’Ordinario della Messa, con la nuova versione delle Preghiere Eucaristiche già presenti nella I edizione e con l’aggiunta delle quattro forme della Preghiera Eucaristica per le Messe per varie necessità.
  4. d) Non pochi testi eucologici e alcuni canti sono stati rivisti nella loro forma espressiva e nella loro qualità teologica. Una particolare attenzione è stata posta alla revisione delle Messe dei defunti, specialmente quelle usate in occasione dei funerali, per esprimere meglio il senso della morte cristiana e l’annuncio della speranza nella vita futura.
  5. e) Non mancano infine alcuni testi di nuova composizione (un secondo prefazio per la domenica della Santissima Trinità; il formulario per il 16 dicembre; la Messa “Chiesa dalle genti”, ecc.), che incrementano e rinnovano la preghiera liturgica ambrosiana.

L’uso del Messale

Perché lo strumento che pubblichiamo serva allo scopo, chiedo a tutti di curare le condizioni delle celebrazioni. La celebrazione è grazia e responsabilità di tutti i fedeli. Pertanto tutti sono chiamati a collaborare perché l’ambiente della celebrazione sia adatto, perché i segni liturgici siano visibili e apprezzabili, il silenzio e il canto, le parole e gli sguardi siano propizi alla preghiera, le parole risuonino con chiarezza e semplicità, tutti possano entrare nella chiesa, tutti possano ascoltare, anche le persone con disabilità.

I presbiteri che presiedono la celebrazione sono chiamati a una particolare attenzione per essere a servizio dell’assemblea con lo stile opportuno, con l’attenzione ai segni e ai testi, con l’intima devozione, con la visibile gioia, con la doverosa competenza.

Tutti dobbiamo vigilare sui rischi dell’automatismo, dell’inerzia, del protagonismo e dell’esibizionismo, delle scelte arbitrarie.

Tutti gli operatori pastorali, i ministri ordinati, i consacrati e le consacrate, i ministri istituiti, le catechiste e i catechisti, devono offrire il loro contributo per iniziare al linguaggio della liturgia e creare condizioni propizie per i più piccoli, spesso più semplici e incantati di fronte al mistero e spesso troppo distratti da un contesto rumoroso e da distrazioni inopportune.

La celebrazione chiede di essere desiderata, preparata, vissuta con intensità, perché porti nei fedeli i frutti che il Signore ha promesso a coloro che dimorano in lui, in particolare la gioia e la grazia di essere un cuore solo e un’anima sola nella comunione dei santi.

Pertanto, dopo aver approvato i testi predisposti per la II edizione del Messale Ambrosiano dalla Congregazione del Rito Ambrosiano e averli inviati, con mia lettera in data 4 novembre 2022, al Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti per la debita recognitio, ho ottenuto dal medesimo Dicastero, in base alle facoltà attribuite dal Sommo Pontefice Francesco, l’approvazione e la ratifica del nuovo testo liturgico, con il Decreto Mediolanensis Ecclesia, del 7 dicembre 2023, Solennità di S. Ambrogio, espressione visibile e concreta della comunione che unisce la Chiesa di Milano alla Sede di Pietro.

Con il presente atto, in forza della competenza propria dell’Arcivescovo di Milano come Capo del Rito Ambrosiano, promulgo il testo della II edizione del Messale Ambrosiano (in latino e in italiano) e stabilisco che entri in vigore la prima domenica di Avvento 2024 (17 novembre); pertanto, a partire da tale data, il nuovo testo deve essere adottato come ufficiale e obbligatorio in tutte le chiese, oratori e cappelle di Rito Ambrosiano, nell’Arcidiocesi di Milano e nelle altre Diocesi in cui siano presenti comunità di Rito Ambrosiano.

Affido alla Congregazione del Rito Ambrosiano, in collaborazione con i competenti uffici e servizi della Curia arcivescovile, il compito di predisporre quanto necessario per dare attuazione alle presenti disposizioni e rendere disponibile il testo liturgico a tutti i fratelli e le sorelle di Rito Ambrosiano, per i quali invoco la mia benedizione.

Dato nel Duomo di Milano, chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani, il 28 marzo 2024, Giovedì della Settimana Autentica, Messa Crismale.

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