giovedì 16 Maggio 2024
PROSSIME CELEBRAZIONI
ore 20:30 a Lurago

Riflessione

La sapienza del Battista

La riflessione di don Mario per la secondo domenica di Avvento si collega, con la figura di Giovanni il Battista, al tema della preghiera che è dialogo e tempo donato al Signore.

E all’improvviso compare Giovanni il Battista e si presenta nel deserto della nostra vita con la sua Parola, che è eco di un grido ‘antico’, quello del profeta:  “voce di chi grida nel deserto”. Quando non ci sono più parole, quando le parole si sono rarefatte, quando le parole si sono svuotate di contenuto, quando le parole sono diventate offensive, quando le parole veicolano menzogne, quando le parole non promettono nulla, quando le parole … ecco uno che si mette a gridare: “Preparate la via del Signore!”. 

E qual è questa via? Sicuramente, sentiamo il bisogno della preghiera per ritrovare familiarità con il Signore, un tu per tu che si fa ascolto e dialogo. La preghiera è il tempo che noi doniamo al Signore perché Lui ritorni e noi gustiamo la sua presenza. Questa è la prima conversione che prepara la via dell’IN-CONTRO. Giovanni Battista scuote, incita, provoca ma solo per preparare l’IN-CONTRO. La preghiera autentica è quella che ci mette di fronte all’altro, senza che noi possiamo deciderne la forma o il contenuto.  Per ritrovare saggezza dell’incontro, ci dice il nostro vescovo, occorre sedersi ai piedi di Gesù e ascoltarlo, come ha fatto Maria a Betania. 

“La preghiera personale deve trovare occasioni per una nuova freschezza e fedeltà nel tempo di Avvento… ascoltare l’invito di Gesù a scegliere la cosa sola di cui c’è bisogno sull’esempio della sorella Maria (cfr. Lc 10,42). Nelle tribolazioni presenti, nella apprensione per le persone e le cose minacciate dalla situazione che viviamo, abbiamo bisogno di pregare, di pregare molto, di pregare incessantemente: possiamo imparare a vivere pregando se ritmi, forme, tempi per sostare in preghiera segnano le nostre giornate come la Liturgia delle Ore insegna da sempre.”(dalla Lettera Pastorale)

Forse anche questo è un modo per pulire l’aia e predisporci a qualcosa di nuovo: all’abbraccio benedicente nella preghiera.

Chi prega ha una grande sete, una sete d’infinito che non sarà mai saziata: per tutti gli altri giorni, capace di offrire pace?”

O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua. Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria. Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode. (Sal 63)