Santità, perfezione, beatitudine: parole del linguaggio biblico che a fatica trovano casa nel linguaggio nostro quotidiano e forse ancora meno nella nostra coscienza personale. Oggi, forse, quando ci pensiamo in riferimento al mistero di Dio, amiamo maggiormente parole come limite, fragilità, finitezza. Le seconde esprimono meglio il nostro punto di partenza e, sperando nello sguardo misericordioso di Dio sulla nostra esistenza, ci auguriamo di camminare verso le prime.
Ecco che, puntuale, ogni anno, arriva il tempo Quaresimale, tempo di cammino di conversione dalle seconde parole alle prime. In realtà è un errore riferire sia le prime che le seconde al solo tempo di Quaresima. Anzi, esse, nella visione di fede, si addicono propriamente al mistero pasquale e al tempo di Pasqua. È infatti l’esistenza di Gesù che limitata, fragile e finita sprigiona dal suo interno la luce della santità e proprio il Triduo Pasquale ne mostra il prodigio. Limite, fragilità, finitudine fanno parte del nostro essere uomini ma non si oppongono alla santità, perfezione e beatitudine cui Dio, creandoci, ci ha chiamato. Neanche il peccato è ostacolo a ciò, perché già perdonato nella Pasqua di Gesù.
È quanto papa Francesco esprime molto bene in Gaudete et Exsultate: «Chi desidera veramente dare gloria a Dio con la propria vita, chi realmente anela a santificarsi perché la sua esistenza glorifichi il Santo, è chiamato a tormentarsi, spendersi e stancarsi cercando di vivere le opere di misericordia. È ciò che aveva capito molto bene santa Teresa di Calcutta: “Sì, ho molte debolezze umane, molte miserie umane. [ … ] Ma Lui si abbassa e si serve di noi, di t e di me per essere suo amore e sua compassione nel mondo nonostante i nostri peccati, nonostante le nostre miserie e i nostri difetti. Lui dipende da noi per amare il mondo e dimostrargli quanto lo ama. Se ci occupiamo troppo di noi stessi, non ci resterà tempo per gli altri’ » (n. 107).
Lasciamoci attrarre in questo tempo di Quaresima dal percorso del ‘ Discorso della Montagna”, aprendo ancora di più il cuore alle esigenze di quanti incrociano la nostra esistenza. Le parole di papa Francesco espresse nel IV capitolo della sua ultima esortazione apostolica sulla santità, Gaudete et Exsultate ( GE), ci aiuteranno, all’inizio di ogni settimana, a capire il «come» della vita cristiana prima e di più del «che cosa fare».