I Centri di ascolto. Il racconto di un’esperienza diretta

Ore 20.30. Lasciandosi alle spalle la tavolata della cena all’oratorio, e i commenti della giornata di missione, accompagnati da qualche fragorosa risata – anche quella rigorosamente francescana – il missionario, la missionaria si avvia di nuovo sulle strade della parrocchia. La meta: ancora una casa, un appartamento, una famiglia. Una luce nell’oscurità si accende: è l’effetto, sul missionario, di quella porta che si apre nel buio di un vialetto d’ingresso o sul pianerottolo di un condominio. Che sia segno di quella luce che si accenderà nei cuori di chi parteciperà al Centro di Ascolto e si aprirà alla Parola del Vangelo? Cordiali saluti, sorrisi, ed ecco là, sul tavolino del salotto, la Bibbia e la lampada. Non è ancora accesa. Scampanellii, uno dopo l’altro. Arrivano i vicini, gli amici, qualche coraggioso, che, pur non conoscendo la famiglia di turno, ha accolto l’invito diretto del missionario durante la visita e si è presentato. Ecco, siamo qui. Non per una cena. Non per una riunione di condominio. Non per la presentazione di qualche elettrodomestico. No. Per ascoltare insieme il Vangelo! Ci sembra quasi impossibile che, nelle nostre case, abituate a tutto, ma forse poco a Dio, si faccia questo, questa sera. Siamo i soliti, siamo noi: con la nostra ritrosia, la nostra timidezza, mascherata dai colpi di tosse, i nostri imbarazzi … ecco, Dio, non sappiamo cosa dire. Parliamo tanto, ma quando ci sei di mezzo Tu, facciamo silenzio. Non siamo abituati a Te, nelle nostre case. Eppure Tu non vedevi l’ora di entrare, di sederti proprio sul nostro divano, di chiederci come va, di metterci Tu a nostro agio, a casa nostra, nella nostra vita. Sì, vieni Dio nostro! Sciogli Tu il ghiaccio. Il ghiaccio dei nostri cuori. Accendiamo la lampada e ci addentriamo nella luce …