sabato 27 Aprile 2024
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La bellezza del lunedì

La riflessione di don Claudio nella III domenica dopo l'Epifania.
Immagine che contiene piatto, cibo, interni Descrizione generata automaticamente

Terminate le vacanze di Natale e riprese le attività di lavoro, di scuola, la routine – come la chiama qualcuno – mi sento spesso dire… Che fatica il lunedì’…. Non vedo l’ora che finisca la settimana…

Ma si può vivere così? Mi domando. Una vita col freno a mano, senza slanci? Senza passione? La nostra fede ci può aiutare in questo?

Un articolo simpatico di Costanza Miriano ci aiuta a mettere meglio a fuoco la questione! Ve lo propongo

“Ieri l’ennesimo piatto sbeccato ci ha costretti ad andare alla ricerca di un nuovo servizio

Tra gli scaffali però mi sono imbattuta in una serie di tazze con i nomi dei giorni, ognuna con la sua scritta: lunedì, è difficile sentire la sveglia… giovedì, oggi aperitivo… venerdì, finalmente è finita la settimana… sabato, oggi si fa festa… domenica, mi riposo…

A un tratto mi è presa una tristezza profonda. Ho pensato a quanto deve essere triste chi ha questa idea della vita. Vivere trattenendo il fiato fino al venerdì, vivere non per la bellezza di ogni giorno, ma in attesa del party del sabato, significa non capire quanto è prezioso vivere invece la vita come una storia d’amore, dove ogni cosa è piena di senso, dove ogni gesto è prezioso, ogni circostanza è il momento dell’incontro con Dio, ogni occasione della realtà una grazia, dove tutto è dono, anche quel lavoro, o quella relazione, quella circostanza che ti fa fare fatica. Tutto è dono perché prima di tutto è dono esserci, essere stati chiamati alla vita, proprio noi, e non un altra combinazione di geni e cellule, noi siamo stati scelti fin dall’eternità, noi tessuti nel grembo di nostra madre. Quando si scopre questa cosa – siamo amati e siamo in una relazione viva d’amore – lo sguardo cambia, su ogni cosa. Quelli che si ribellano a questa bella notizia pensando di emanciparsi da Dio, si trovano a comprare la tazza con scritto “lunedì è difficile sentire la sveglia”

Vivere con un cuore unitario, cioè sempre, non dico unito a Dio, ché quello è impossibile, ma sempre proteso verso di lui, è proprio un’altra pasta di vita. È capovolgere lo sguardo, non cercare di salvare la propria vita, ma decidere di consegnarla, e avere il centuplo. È la vita in Cristo, è la vita secondo il battesimo.

Allora le circostanze della realtà non sono più così importanti, o meglio, non è da quelle che dipende come stiamo: “voi siete la mia vita; venite a me. Dimorate in me con tutta la vostra fiducia. Non sareste felici di dipendere dal vostro migliore amico? Non sono io ben più di un amico? Datemi dunque la vostra vita. Voi la ritroverete in me, eternamente”.

Io volevo dire tutto questo alla commessa del negozio, e alla gente che ha comprato le tazze coi giorni, ma non ho avuto modo. Però adesso prego per loro, per tutti quelli che si perdono la bellezza a cui sono stati chiamati”.

don Claudio Robbiati

don Claudio Robbiati