In questi giorni ho letto gli esiti di un’indagine demoscopica secondo cui 7 italiani su 10 vogliano il riconoscimento del reato di duplice omicidio in caso di donna in gravidanza. Tale richiesta si era manifestata subito dopo l’omicidio di Giulia e Vanessa, le due giovani donne uccise, una al settimo mese e una al secondo mese di gravidanza.
Mi aveva colpito che anche sui giornali da sempre schierati a favore dell’aborto fossero usciti articoli con tale richiesta parlando di Vanessa e del bimbo che portava in grembo. Ma come? Non si è sempre detto che nel primo trimestre di gravidanza il feto è un grumo di cellule e non un bambino la cui vita va protetta? Ma davanti alla realtà di una donna che porta il suo bambino, è venuta alla luce la menzogna che sta dietro a tale affermazione.
Evidentemente quando si guarda la vita reale, spesso costretti da eventi violenti come quelli accaduti, ognuno si ribella alle ideologie, e di fronte ad una donna che porta in grembo un “grumo di cellule” riconosce una vita, un bimbo e lo vuole difendere. Proprio per richiamarci a questo la chiesa italiana ci invita a vivere la Giornata per la Vita! Perché possiamo sempre rendere grazie a Dio di questo regalo che abbiamo ricevuto attraverso i nostri genitori e ci impegniamo a difendere la vita umana in ogni ambito e situazione!